Viguzzolo, il borgo insigne

Ultima modifica 8 novembre 2022

Da queste semplici parole inizia il viaggio di Domenico Peverone nel passato del nostro paese:...  “La storia di Viguzzolo, di per sé poco importante perchè non annovera avvenimenti significativamente determinanti, se inserita in un più ampio contesto, assume un proprio valore. Questa terra di minuscole proporzioni che, per mancanza di motivi, occasioni o fatti degni di nota, non è stata onorata ai suoi albori dalla testimonianza degli storici, ha avuto, tuttavia, la sua storia”.

Noi di questa storia facciamo proprio parte.

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Domenico Peverone, viguzzolese nato il 19 giugno 1927, da alcuni anni purtroppo venuto a mancare, autore del libro “Viguzzolo, Il Borgo Insigne”, ha dedicato anni della sua vita a cercare origini, punti di partenza, intrecci storico-politici, e vicende che hanno plasmato la vita della nostra popolazione.E’ stato un grande appassionato di storia locale ed ha sempre sostenuto che chi sa da dove proviene, sa dove va; l’Amministrazione comunale di Viguzzolo ha quindi dato alla stampa questa sua altra opera postuma, dopo il successo della pubblicazione del libro “Il Monastero della SS. Annunziata”, al fine di avvicinare quanto più possibile la popolazione a quello spirito di impegno e di amore per il proprio paese, per le proprie origini e per i propri concittadini espresso da Domenico  Peverone, e per rendere noto il suo personale lavoro, un positivo esempio di dedizione, studio, perseveranza, passione, ricerca delle propri radici e quindi del proprio essere. Infatti, questo libro è un vero e proprio  trattato di storia, frutto di anni di lavoro e ricerche in biblioteche ed archivi.

Lo studio della nascita del nostro paese ha inizio sin dalla più approfondita  ricerca della prima volta che nella storia è stato menzionato il nome di un certo “Vicuciolo”, in un atto notarile del 27 aprile 804, redatto in Viguzzolo (acto Vicuciolo), dal notaio Tousso  (o  Tiusso); in un successivo documento del 24  Novembre  893, atto dell’ l'Imperatore Lamberto, si faceva menzione alla presenza di una chiesa che costituiva già all’epoca un motivo di prestigio  per  il  paese, fulcro dell’aggregazione spirituale, religiosa e comunitaria, e di un ricco mercato annuale in onore di San Martino, protettore dei Viandanti, proprio in un paese sito in quello che già allora era un importante crocevia tra Tortona e Piacenza.

La documentazione delle origini del nostro paese non poteva per l’autore scindere dal cercare il significato etimologico di Viguzzolo: piccolo  Vico,  ossia  piccolo Paese, oppure "vicus  solis"  o  "vicus solus" perchè attraversato  da una  sola  strada, altrimenti "vicus solus", perchè isolato in mezzo a campagne, in parte ancora acquitrinose, fra il Grue ed il Curone.

L’autore spazia quindi dal menzionare, con minuziosa descrizione, ritrovamenti e reperti nei nostri terreni che testimoniano le origini del nostro Paese, a partire dagli insediamenti da cui ha preso vita il centro abitato; dal principio si stabilirono nelle nostre terre i Liguri, cui seguirono i Romani, come si può intuire dalla radice romana del nome Viguzzolo (vicus) e dalla sua classica urbanizzazione a pianta quadrata. Fu quindi la volta dei Barbari; giunsero quindi i Longobardi, insediatisi a Tortona, sino a quando il nostro paese, ai tempi del Sacro Romano Impero, fu affidato da Carlo Magno ad un condottiero chiamato Marescotti, e così via tra Visconti, Sforza, Fogliani Sforza d’Aragona,  ecc…

Narra di carestie ed atti di coraggiosa disobbedienza dei Viguzzolesi nei confronti dei Signori del Ducato di Milano, dell’incendio che tanto è richiamato alla memoria dai nostri vecchi, leggenda che è stata a lungo tramandata ma che invece ha precise radici storiche, probabilmente frutto di questo contrastato rapporto con i Signori del Ducato di Milano. Tratta delle influenze e delle ripercussioni che il nostro paese ha subito, travolto dalle vicende nazionali e tortonesi. Nel ricordare i saccheggi dei francesi (Ottobre 1642), rende scorci storici di incredibile realismo così come nel trattare del periodo della Sacra Inquisizione, quando la casa dell’Inquisizione a Viguzzolo si trovava proprio “ di fronte alla casa del sagrestano.. unita all’Oratorio del Gonfalone”..quando si faceva uso per la comunicazione delle sentenze, del famoso ed a tutti noto Crocefisso sito ora nella Pieve Romanica. Descrive le epidemie, con un inquadramento storico ed eziologico, e con la stessa precisione storica spiega i movimenti demografici di Viguzzolo: la nostra popolazione da un valore stimato al 1458 di circa 2.150 abitanti, raggiunse minimi di 650 abitanti nello sfortunato anno 1630, l’anno della famosa peste citata dal Manzoni, sino ad arrivare a contare 2576  abitanti all’inizio del XX secolo.

In una seconda parte approfondisce la trattazione delle Istituzioni Viguzzolesi: la nostra Pieve, il Monastero della SS. Annunziata, Chiese ed Oratori che sono giunti modificati nella loro architettura sino ai giorni nostri, e di molti altri edifici che purtroppo sono andati distrutti nel tempo.

Questo libro rappresenta sicuramente un’opportunità per tutte le famiglie viguzzolesi di comprendere meglio le proprie radici, il vissuto di chi ci ha preceduto ed ha costruito il Comune di Viguzzolo, di chi ha condiviso i momenti più o meno fortunati della storia di questo paese, insieme, legati, accomunati da uno spirito di cittadinanza e responsabilità, attaccamento per le proprie origini, uno spirito di rispetto comunitario, di vicinanza, che più che mai è necessario riscoprire sin dai banchi di scuola e nella nostra vita quotidiana, all’interno delle nostre famiglie.


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